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C A S E    R U R A L I   della  Romagna

 

Come ogni luogo ha una sua caratteristica penso possa essere interessante la descrizione di una tipica casa rurale romagnola. Poiché ogni abitazione simboleggia le tradizioni locali, ecco qui come la tradizione abbia influenzato la costruzione delle case, in collina o in pianura. L’architettura rurale è così totalmente espressa nei casolari che si incontrano circondati dalla vegetazione.

La casa in pianura è strutturata in un’area abitativa e in un “area” dei servizi – la cantina, la stalla, il ricovero attrezzi e i granai – uno accanto all’altro, a livello del terreno.

La casa tipica di collina è fatta di sassi e i servizi sono al pian terreno e lo spazio abitativo è al primo piano. In montagna le case sono costruite su erti pendii.

La casa sulla collina è formata da una grande cucina, camere da letto, il sottotetto, la stalla e le cantine. Il numero delle camere, la loro dimensione e la metratura complessiva della stessa abitazione era in proporzione alla produzione della terra. Intorno alla casa c’erano, ed ancora ci sono, l’aia dove gli animali da cortile vivono numerosi: galli, galline, polli, anatre, oche e paperi, piccioni, faraone e tacchini. Questo era il prodotto di un’economia e di un sistema sociale centenari in Romagna. Tale sistema era basato sulla mezzadria che consisteva nella divisione al 50% tra il proprietario della tenuta, il “padrone”, e il contadino, il “mezzadro”. E così il numero degli operai e delle bocche da sfamare dovevano essere proporzionali alla potenza produttiva della fattoria, con mani sufficienti per lavorare e un numero adeguato di persone della famiglia. Oltre alla casa e agli arnesi annessi le case rurali romagnole formavano il microcosmo in cui si svolgeva tutto il corso della vita dalla nascita alla morte in una serie continua di parole e gesti di grande intensità simbolica.

Il centro della vita familiare era, e nel mio caso lo è ancora, il focolare. Infatti in una delle foto si vedono salsicce che cuociono sulla graticola, momento di preparazione alla cena.

Spero che la descrizione dell’ambiente dove vivo e dove i miei antenati vissero la loro semplice esistenza sia apprezzata e interessante.

Infine, la cantina dei vini era scavata sotto la cucina al piano terreno ai fini di tenere il vino al fresco. Il vino era tenuto in una specie di botte chiamata “castellata” con la sua caratteristica forma oblunga e con l’apertura quadrata in alto. Ora il vino è tenuto in bottiglie. Le grossi botti erano fatte a mano e trasportate su carri trainati da buoi. Ciò faceva parte del vivere quotidiano della famiglia e di tutte le famiglie di campagna in generale. Li considero cari ricordi del passato e sono felice di poter ancora vederli durante le sagre popolari. Il pavimento delle cantine era di terra battuta, le pareti erano fatte di mattoni e malta; la struttura del soffitto era ad archi. Una finestrella illuminava l’interno debolmente per non alterarare la conservazione del vino.

Naturalmente la mia casa di campagna è sempre stata strutturata in questo modo. Durante la 2ª Guerra Mondiale si rifugiarono nella grande cantina durante i bombardamenti.  

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