La Pasqua è periodo di viaggi, tempo permettendo. Ora le giornate sono ideali per una gita con amici. Grazie a queste condizioni favorevoli, ho deciso di andare all'estero, non lontano dalla mia regione poichè in Aprile il tempo può cambiare improvvisamente. Il mio amico ed io abbiamo optato per la Slovenia.
Sono andato in pullman partendo dalla mia città.
Il viaggio in Slovenia è stato tranquillo e confortevole. Ho fatto la prima sosta a Padova dove ho avuto tempo di visitare la Basilica di St. Antonio e di apprezzare ancora una volta la sua doppia fila di colonne con l’abside all’estremità. Per non citare gli affreschi di Giotto e la tomba in sasso del Santo. L’ora mattutina e le molte candele accese rendevano l’atmosfera mistica ed incantata. Le prossime soste furono Aquileia, Grado e poi Trieste. A Trieste sono andato a visitare la Basilica di San Giusto con la facciata elegantemente impreziosita dal merletto di un rosone gotico che si evidenzia nella pietra romanica. Dentro la Basilica molte elementi hanno catturato la mia attenzione; mi basta ricordare il mosaico nell’abside che risale al 1'100 – 1'200. Raffigura l’assunzione e San Giusto ed è opera degli artisti veneti.
Qui a destra c’è una foto che rappresenta il Castello di Miramare, bianchissimo che si staglia in una ansa di un meraviglioso azzurro. Ho scattato la fotografia proprio quando le onde si infrangevano contro la roccia del basamento. Mentre visitavo le favolose stanze pensavo alla tragedia storia dell’infelice imperatore del Messico Massimiliano della casa austriaca degli Asburgo, che trascorse la vita a Miramare prima di partire per il Messico.
Alla periferia di Trieste c’è un grande complesso di edifici che costituivano la fabbrica usata, molto tempo fa, per la pilatura del riso. Desideravo ardentemente visitarla non solo per la sua vecchia architettura industriale, ma perché è il luogo la cui memoria si cala profondamente nella storia della Seconda Guerra Mondiale. Infatti il luogo fu dapprima usato dai tedeschi della forza di occupazione come un campo di prigionia temporaneo per l’internamento di impiegati italiani catturati dopo l’8 Settembre 1943. Questa data è importante perché segna la divisione dell’esercito italiano tra le forze armate che rimasero alleate dei tedeschi e le forze armate che fiancheggiarono le truppe inglesi ed americane venute in Italia per liberare il mio Paese. E fu dopo l’8 Settembre che la Guerra civile iniziò tra gli italiani. La Risiera (il nome con cui è noto il complesso della pilatura del riso in Italia) si trova a San Sabba a pochi chilometri da Triste. I tedeschi la trasformarono in un campo di prigionia da utilizzarsi sia per il transito di deportati diretti ai campi di morte in Germania ed in Polonia, sia per la esecuzione di ostaggi, partigiani, prigionieri politici ed ebrei. A parte il lato storico del luogo io trovai molto interessante la visita di quel che resta del forno, una volta usato per la pilatura, poiché fu proprio quel forno che i soldati tedeschi trasformarono in crematorio in grado di cremare molti corpi e fu proprio per via del forno che i nazisti scelsero questo insolito luogo per perpetrare i loro crimini di guerra. Però la pace non fu un sudario che coprì i corpi di tante persone innocenti, poiché ci sono state delle persone che hanno trascorso la vita per rintracciare quei criminali. Per esempio, Simon Wiesenthal * è un ebreo che ha dedicato la vita ha portare alla luce i crimini nazisti e a dare la caccia a coloro che li perpetrarono. Del processo disse: “Non è solo un’esigenza di giustizia, ma anche un problema educativo. Tutti devono sapere che delitti come questi non cadono sul fondo della memoria, non vengono prescritti. Chiunque pensasse ad un nuovo fascismo deve sapere che, alla fine, sarà sempre la giustizia a vincere. Anche se i mulini della giustizia macinano lentamente”. 1
Mi rendo conto che i particolari della mia visita alla Risiera possono essere scioccanti ma penso che possa essere apprezzata l’espressione della mia sensibilità quando mi trovo di fronte a delle testimonianze così toccanti di quanto diventa crudele l’uomo in guerra e, sfortunatamente, non solo in guerra.
A Est del confine italiano improvvisamente si affaccia la Slovenia con la sua vegetazione lussureggiante e tipiche colline carsiche la cui caratteristica è di non avere fiumi che scorrono in superficie, poiché tutti i corsi d’acqua scorrono sotto terra attraverso delle gole a forma di imbuto.
E’ un fenomeno naturale unico dovuto alla particolare pietra calcarea dell’area. La caverna più sconvolgente è quella delle Grotte di Postumia che, fatta di stalattiti e stalagmiti, assumono forme fantastiche. Una delle caverne si chiama La Grotta della Sala da Ballo, un’immensa volta brillantemente illuminata; però la più bella di tutte è la Grotta del Paradiso il cui nome evoca paesaggi meravigliosi ultraterreni.
Quando si è in Slovenia si stenta a credere che si tratti di una nazione indipendente da soli 12 anni poiché ha l’aria di un Paese che goda di una lunga tradizione di pace e serenità. Forse è perché è abitata da non più di 2 milioni di persone mentre la superficie è appena la metà dei Paesi Bassi.
La terra è cosparsa di graziosi villaggi di pescatori ma ci sono anche luoghi di villeggiatura sulla Costa Adriatica; Lubiana è la capitale, ha un aspetto giovane e moderno anche se il suo castello e i numerosi corsi d’acqua sono un incanto. Il tempo è stato la cornice ideale del mio viaggio dai molti aspetti.
Tra la storia e la natura e la religione si erge il Castello di Prediana la cui visita considero un "must" per chiunque viaggi in Slovenia. Effettivamente il dirupo su cui si erge il castello è un'avventura in se: un labirinto di caverne attrae non solo turisti ma anche gli speleologi o semplicemente i curiosi. Al di sopra di questo mondo spicca il Castello. E' uno degli edifici più pittoreschi della Slovenia imponente e impressionante per la sua posizione sul dirupo. Qui le rocce si uniscono alla vegetazione tanto che è naturale pensare ad una vita incredibilmente romantica dei suoi proprietari dal nome inconsueto di Erazem. La sua figura leggendaria è immersa in oscuri tempi medievali e si narra che fosse un ribelle e la tempo stesso un benefattore dei poveri che abitavano nelle vicinanze. La storia a poco a che dare con Erazem però si sono volute collegare imprese meravigliose al suo nome. L'interno del castello è mantenuto perfettamente tanto che è facile per il visitatore immaginare la vita di un cavaliere coraggioso e crudele in quelle stanze ora spoglie di ogni arredamento.
* Simon Wiesenthal e' deceduto il 20 settembre 2005.
1: "The Risiera" ed. by Comune di Trieste, Tecno-Lino -TS- 1995, p.11
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